Si fa presto a dire Telemedicina
Position Paper
“Telemedicina” è probabilmente una delle parole più in voga in questo periodo, anche se il concetto è tutt’altro che nuovo. C’è voluta una pandemia per trasformare quelli che erano progetti più o meno pilota in una necessità effettiva e imprescindibile, ma ora, superato il regime di urgenza, è necessario prendere in considerazione le diverse necessità e i differenti punti di vista dei vari fruitori del servizio per superare l’approccio esclusivamente tecnologico e consentire alla telemedicina di esprimere appieno il proprio potenziale di innovazione e supporto a un Sistema Sanitario Nazionale efficace, efficiente, equo e sostenibile.
Con questo paper vogliamo presentare i diversi punti di vista di tutti gli attori coinvolti nei processi di telemedicina, fornendo una prospettiva più “umana”.
Dr.ssa Monica Moz – Medico Chirurgo, specialista in Cardiochirurgia
La prospettiva del medico
La telemedicina non è più una saltuaria attività poco strutturata “per situazioni di urgenza”, ma uno degli strumenti, a disposizione delle strutture sanitarie, per un miglioramento della cura e dell’assistenza. Inoltre, la “telemedicina è medicina” e non va considerata come un silos a parte, ma deve essere integrata con tutti gli applicativi normalmente utilizzati.
Dr.ssa Sara Di Paola – Infermiere di Ricerca Clinica
La prospettiva dell’infermiere
Oggi, finalmente, si è entrati in un nuovo modo di pensare e di lavorare. La formazione dovrebbe essere un elemento centrale nella implementazione dei servizi di telemedicina. E non solo per i clinici, ma anche e, in alcuni casi, soprattutto per i pazienti. Non dobbiamo dimenticare che un paziente “attivo”, che percorre con noi il proprio processo di cura, ci permette di lavorare meglio e forse, addirittura, anche meno.
Dr.ssa Rita Ghini – Project Manager Dedalus, Area Emilia-Romagna
La prospettiva degli Informatici
Se durante la pandemia la necessità impellente ha reso accettabile qualunque tipo di strumento informatico, oggi i clinici sono assolutamente attenti al livello di integrazione fra le funzionalità di teleconsulto o televisita e quelle di cartella clinica. Questa è la prima preoccupazione che hanno quando si approcciano al mondo della telemedicina ed è certamente l’elemento che più apprezzano quando scoprono di poter lavorare con i loro strumenti “ordinari” che hanno in più questa nuova funzione.
Ing. Jonni Santi – Italy PBU Business Lead Dedalus
Dr.ssa Sara Luisa Mintrone – Group Chief Marketing Officer Dedalus
La prospettiva del paziente e dei suoi cargiver
La mia esperienza nel complesso è stata positiva, ma mi ha fatto riflettere molto su quanto ancora manchi la prospettiva dell’utilizzatore dei servizi di telemedicina nella loro progettazione. Di cose da sistemare da punto di vista organizzativo e dell’interazione con il paziente ne ho viste parecchie: vanno ripensati i vari processi che stanno dietro e intorno alla televisita. Peraltro, trattandola come una visita normale, ne limitiamo anche i potenziali vantaggi che questa potrebbe avere.
Appare evidente come sia indispensabile centrare i progetti di servizi di telemedicina su alcune parole chiave: supporto, formazione, integrazione, interazione. Solo con tutte questi aspetti correttamente implementati, i servizi di telemedicina possono davvero rispondere alle esigenze di tutti gli attori organizzativi dei nuovi processi di cura.