Potenza dell'e-health

Una pipeline di acquisizioni per crescere nella filiera della cura ed espandersi anche in Africa. I piani di Dedalus, il gruppo di software diagnostici e della salute che piace al fondo di Abu Dhabi.

Un percorso di crescita in decisa accelerazione dal 2016, Ma che affonda le sue radici nel 1982, anno in cui il Presidente Giorgio Moretti decise di fondare a Firenze Dedalus. In questi anni la società è riuscita a diventare il principale fornitore di software sanitari e diagnostici in Europa, con 150 milioni di cittadini serviti, ma con un importante ruolo nell’intero scacchiere mondiale. lo stesso che ha permesso al gruppo di entrare nei radar, prima del fondo infrastrutturale Ardian e, recentemente, di Abu Dhabi Investment Authority (Adia), entrato con una quota di minoranza. “l’ingresso di aria garantisce stabilità, prestigio, validazione e forza della struttura societaria. anche quella spinta ulteriore per continuare a realizzare le ambizioni dell’azienda, ovvero coltivare la crescita organica e per linee esterne”, spiega a MF milano Finanza il CEO di Dedalus, Andrea Fiumicelli. L’ingresso di Adia è una “logica conseguenza dei rapporti che intercorrono con Ardian, che li ha visti partner In tante operazioni strategiche”. Insieme garantiranno nuove risorse per la crescita che porterà la società a inanellare una serie di operazioni volte sia di ampliare la presenza nei servizi per i pazienti, garantendo così la continuità della cura, “tema centrale perché vero moltiplicatore di valore per i clienti che serviamo”, sia ad ampliare la presenza geografica.
Questo punto, sottolinea Fiumicelli, esige una riflessione perché “entrare in un ecosistema Nazionale significa creare valore nel medio-lungo termine, quindi avere un piano di sviluppo di lunga durata”. Dedalus è presente in 40 paesi, ma “L’Europa è l’area geografica dove siamo consolidatori, quindi rimane importante, specie in seguito alla centralità assunta dall’healthcare interno del Recovery Plan”. Si aggiunge poi la presenza in paesi emergenti come l’America Latina, il Medio Oriente, il sud-est asiatico, Australia e Nuova Zelanda e alcune regioni dell’Africa. Ed è proprio nel Continente africano che si potrebbe pensare ad uno sviluppo perché, sottolinea Fiumicelli, “vi sono paesi che hanno i presupposti per affrontare, in un orizzonte di 10 anni, una strategia che consenta di creare un sistema sanitario di un certo tipo”.
Il Pilastro su cui si strutturerà la strategia di Dedalus, anche in termini geografici, non potrà però prescindere dalla necessità di presenziare su tutta la filiera, quindi lavorando sul tema della continuità della cura. “il tema della trasformazione digitale nel sistema socio-sanitario è comune a tutti questi ecosistemi; Ognuno ha caratteristiche specifiche in base al sistema di rimborso, ma la necessità di una Digital transformation per migliorare la continuità della cura è centrale, rendendo così possibile una rottura con il passato, in cui i sistemi sanitari erano suddivisi in compartimenti stagni”, spiega ancora Fiumicelli. Dunque, continuità della cura e riutilizzo dei dati nell’ambito del percorso di privacy, sono temi di grande fermento per il settore e la scelta di crescere in tali ambiti è la base anche delle recenti acquisizioni portate a termine da Dedalus. Il 1° Aprile è arrivato il Closing dell’acquisizione del business Healthcare Software Solution del gruppo, quotato a Wall Street, Dxc Technology. L’operazione ha sicuramente comportato il salto dimensionale maggiore, aggiungendo circa duemila persone al perimetro aziendale e permettendo sia un’espansione significativa in Gran Bretagna, Irlanda, Iberia, Asia, Oceania e medio-oriente, sia un rafforzamento su competenze tecnologiche nel campo dell’intelligenza artificiale, nell’infrastruttura del cloud e, in generale, nella piattaforma dei dati. A questa sono seguite due operazioni ravvicinate a fine maggio: Dosing e Osm. La prima sottolinea Fiumicelli, “è il classico esempio di azienda di contenuto dei Big data in ambito socio-sanitario perché fornisce un supporto, basato sull’analisi dei dati, alle prescrizioni terapeutiche, al dosaggio, alla somministrazione, contestualizzando tutto questo supporto al caso clinico specifico”. L’acquisizione di Osm, leader nel mercato Dach per il software a servizio della diagnostica in vitro, “è rilevante Perché rafforza la nostra posizione sistemica nell’ecosistema Dach, dove siamo leader nel settore ospedaliero e nella diagnostica in vivo (imaging)”.
Guardando il percorso di Dedalus, è intuitivo comprendere come la crescita per linee esterne sia focalizzata sull’ingresso nel contenuto e nella continuità della cura e che l’importante taglia raggiunta dall’azienda sia solo una logica conseguenza di un percorso fatto di tappe strategiche e basato su un approccio olistico. Così il gruppo, che impiega oltre 2000 persone in Ricerca e Sviluppo su 6000, è arrivato a chiudere il 2020 con ricavi per 700 milioni di euro e punta a chiudere quest’anno con un giro d’affari sopra 750 milioni e un ebitda Superiore a 200 milioni, a fronte di un primo trimestre che ha già registrato una crescita, organica (quindi escludendo le acquisizioni), a doppia cifra. Taglia importante che sembra chiamare in automatico l’approdo in borsa, anche se Fiumicelli, senza escludere nulla a priori, preferisce andarci cauto alla luce di “azionisti con un orizzonte temporale importante”.

Source: milanofinanza.it

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