Dedalus al servizio di 200 milioni di pazienti

Dedalus al servizio di 200 milioni di pazienti così Firenze scopre di avere un gigante in casa

La ”consacrazione” di Dedalus è arrivata con l’annuncio dell’esborso cash in un’unica soluzione di 525 milioni di dollari, attraverso il quale il gruppo fiorentino ha acquistato il ramo d’azienda relativo alla soluzione software per il settore healthcare dal gigante americano Dxc Technology quotato alla Borsa di New York (il Nyse).
Ora si può dire senza possibilità di smentita: la piccola software house Dedalus, fondata a Firenze nel 1982 dall’oggi 59enne imprenditore fiorentino Giorgio Moretti, è diventata un gigante, operatore globale nel settore delle soluzioni software in ambito ospedaliero e diagnostico con una presenza in oltre 40 Paesi, posizione di leadership in Germania, Italia, Gran Bretagna, Francia e Spagna e altri pezzi d’Europa, un fatturato complessivo stimato di circa 700 milioni di euro, 5.500 persone, la più grande piattaforma di ricerca & sviluppo nel settore con un team cresciuto nelle più importanti multinazionali.
Prima di questo clamoroso acquisto, che spinge fortemente Dedalus negli Usa, la società fiorentina aveva comprato un’altra bella realtà, Agfa healthcare It. E tanto per avere un ulteriore elemento delle dimensioni del suo business, l’informatica di Dedalus supporta oggi 5.000 ospedali e 5.000 laboratori in tutto il mondo, raggiunge 200 milioni di pazienti, più di tre volte gli abitanti della penisola italiana.
Moretti ci aveva visto giusto, ormai quasi 40 anni fa, quando fondò l’azienda pronosticando che il sistema sanitario avrebbe fatto un sempre più massiccio ricorso all’informatica più avanzata, ai collegamenti tra ospedali, ambulatori e medici di base specialistici, alla medicina di precisione e alla telemedicina, fino alle più banali ma rivoluzionarie prescrizioni mediche sullo smartphone (introdotte dalla Regione Toscana in lockdown con la collaborazione della società fiorentina), nell’ambito di un processo di digital transformation dell’ecosistema healthcare che la pandemia ha accelerato.
Certo, le gambe per correre, intese come capitale da investire in asset promettenti, a Dedalus le ha date l’apparizione sulla scena, nel 2016, del fondo Ardian, la più grande società di investimento privato in Europa e la quarta a livello globale, che ha acquistato il 75% del capitale.
Ma Moretti, oltre che socio di minoranza (la sua holding detiene il 25%) e presidente della società, resta “testa” di riferimento, a cui va il merito di aver radicato a Firenze – dopo tante “perdite” eccellenti in altri settori – un gruppo diventato multinazionale in un settore in crescita. Oggi nel quartier generale fiorentino con Andrea Fiumicelli, recentemente nominato ad, lavorano 147 persone, più altre 27 a Pisa.
In dettaglio, oggetto dell’acquisizione è il business, 100% di proprietà di Dxc Technology, relativo alle soluzioni software clinico-sanitarie per ospedali, laboratori diagnostici, medici di base e ambulatoriali, con una posizione di leader nel Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Spagna ed una posizione rilevante nei paesi del Nord Europa, America Latina, Asia e Middle East e Nord America dove Dxc opera da sempre. L’attività copre tutti gli aspetti del processo decisionale clinico, facilitando la collaborazione di tutti gli attori del settore sanitario intorno al paziente in un approccio integrato.
«L’arrivo nel gruppo Dedalus delle attività di Dxc – dice Giorgio Moretti – va nella direzione di accelerare l’ingente piano d’investimenti avviato tre anni fa a beneficio degli oltre 3 milioni di professionisti sanitari che operano grazie alle nostre tecnologie e generano oltre 3 miliardi di documenti sanitari che stiamo trasformando in conoscenza clinica utilizzabile e scambiabile».

Source: repubblica.it

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