Cina, la ricetta per il successo

La seconda giornata dell’evento Belt&Road Initiative organizzato da Class Editori e Xinhua

Cina, la ricetta per il successo. Presenza, pazienza e prudenza: così si cresce sul mercato

Presenza, pazienza, prudenza. «Per aprire le relazioni con la Cina occorre attenersi alla strategia delle tre P», ha sottolineato Francesco Boggio Ferraris, direttore Scuola di Formazione Fondazione Italia Cina. La formula è confermata dalle esperienze delle imprese italiane presenti sul mercato cinese e intervenute nella seconda giornata dell’evento Belt&Road Initiative organizzato dal Gruppo Class Editori e Xinhua. Per una pmi italiana avere successo in Cina «non è semplice e bisogna superare ostacoli», ha messo in guardia Alessandro Barin, a.d. di FuturaSun, società specializzata nella produzione di pannelli fotovoltaici. Serve «resilienza e a volte avere anche il coraggio di fare passi indietro», ha aggiunto. «Bisogna adattarsi anche a una cultura diversa dalla nostra».
Ne sa qualcosa Dedalus, il gruppo di software clinici che dopo un avvio incoraggiante ha dovuto far fronte a un rallentamento delle attività cinesi dovuto al cambio nella classificazione dei dati sanitari da parte di Pechino. «Per il nostro tipo di business la Cina è un mercato complesso. Nonostante ciò non lasceremo questo Paese», ha rimarcato Giorgio Moretti, presidente del gruppo.
Superate le difficoltà iniziali, però, il mercato cinese può offrire grandi opportunità alle imprese italiane. «Per noi la Cina è un volàno di crescita», ha spiegato Pasquale Jr. Natuzzi, creative director dell’omonimo gruppo d’arredamento. «La Cina è il Paese dove il nostro brand ha il migliore posizionamento rispetto ad altri mercati. Due anni fa abbiamo poi siglato un accordo con un gruppo cinese molto grande».
Soddisfazioni anche per Aquafi l, società produttrice di fibre sintetiche e quotata sul segmento Star di Borsa Italiana. «In Cina siamo sbarcati all’interno di un parco tecnologico», ha ricordato Giulio Bonazzi, presidente e ceo del gruppo. «Oggi realizziamo quasi 100 milioni di fatturato, con tassi di crescita elevati, e dalla Cina serviamo tutto il mercato dell’Asia-Pacifi co».
Numeri importanti vanta infi ne Danieli, presente in Cina dal 1975 e dunque testimone di più fasi economiche. «In Cina abbiamo circa 1.500 dipendenti e per il prossimo anno puntiamo un obiettivo di fatturato per il prossimo anno di 350 milioni», ha spiegato il presidente della società Gianpietro Benedetti. «In 20 anni il Paese è passato dal 5% al 60% di produzione e di consumo d’acciaio. Dal nostro punto di vista i concorrenti futuri sono i cinesi, specie sui costi».

Source: italiaoggi.it

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